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Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

dal 1764 voce illuminista a Milano.
sinossi viva

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11 gennaio 2018

"Donne e colori".

La donna la nostra felicità 

"Donne e colori".


L'attualità è l'occasione per approfondire l'aspetto, principale, concreto, importante- il più importante, primordiale,  comune in tutte le specie su questa terra, la sessualità. 

Il contingente è una discussione che ci proietta nel  futuro. Un futuro  tanto sorridente quanto dispotico, mentre ci si affanniamo a migliorare la propria reputazione, in un mondo che valuta in una scala dal bianco al nero ogni interazione tra le persone e, tutti  possono esprimere un voto e conoscersi per nome, ...

«La felicità è come una farfalla: se l'insegui non riesci a prenderla. Ma se ti metti tranquillo, può anche posarsi su di te».  questa citazione tratta da un classico della letteratura statunitense “La lettera scarlatta”, romanzo pubblicato  tra il 1642 e il 1649 che ci trasporta con l'effetto farfalla  dove "le piccole cause possono avere effetti più grandi"  e, come nel romanzo, siamo invitati ad indossare sul petto la lettera A,  (che inizialmente simboleggia l'adulterio,  ma il cui significato cambia durante il romanzo, "A" può designare Abilità o Angelo ma essenzialmente Amore. 

La lettera A vede oggi, il seguito al caso Weinstein,   scandalo che ha coinvolto volti e star a Hollywood e che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo  dando il via alla "caccia alle streghe",  fronte "puritano" americano "Black front" Nero e,  il contrapposto  fronte in bianco "White front " esposto nella lettera aperta pubblicata da Le Monde e,  che vede  Catherine Deneuve tra le cento firmatarie della lettera dove si condanna la "caccia alle streghe" scaturita dopo lo scandalo a Hollywood e in sintesi dice che  ". Lo stupro è un crimine. Ma tentare di sedurre qualcuno in maniera insistente o maldestra non è un reato, né la galanteria è un'aggressione del maschio". 

Il bianco e il nero sono un preambolo dove la storia  presentata sarà raccontata da più di una penna, come la storia di un reato contro le leggi è raccontata in tribunale da più di un testimone.

Due posizioni contrastanti che sembrano superficiali ma hanno la profondità del mare, della nostra stessa ragione di esistere e della felicità.

La donna è la felicità incondizionata del nostro essere, con lei vi è la sessualità, la voglia di esistere, di fare, i lottare, è la leva essenziale e la vita, è  la più forte droga da cui abbiamo dipendenza assoluta. 

Qui Il conflitto nella nostra anima, è qui il che ci ferisce il non completarci, non averla e il poter darsi, è il dolore che pervade come la morte stessa alla quale non riusciamo a sfuggire. 
Argomento tabù o quasi, da sempre dove  il potere, le religioni,  hanno condizionato, gestito, per nome e conto dei loro interessi. 
Il socialismo ne ha pensato delle logiche,  Il consumismo lo guida  imbrigliato nella 
felicità che si può comperare, perché è lei la donna la nostra felicità e al sol pensiero ci sentiamo più felici, sarà forse l'adrenalina che si attiva nel momento in cui pensiamo al piacere.  Ebbri  di questo sentimento continuiamo nella nostra ricerca, per trovare il barlume primordiale e poter rispondere alla domanda di tutte le domande, "cosa poter fare per amarla". Un labirinto di sensazioni di emozioni, di dolore, di godimento, di rabbia, di sconforto, a volte che portano all'estremo e oltre, nel confine tra violenza e rispetto.  
Il bisogno di saziarci, la fame di lei,  l'egoismo. Dimenticando che la felicità è reale solo quando condivisa. (dal film Into the wild); Siate felici, agite nella felicità, sentitevi felici, senza alcuna ragione particolare. (Socrate).  Se è impossibile, condividerla negli uguali sentimenti, allora la cura è l'illusione di esserlo e il consumismo  ha condizionato, ha adattato,  con il piacere dell poterlo comperare,  dando la compensazione alla parte infelice nello spendere soldi in risposta al piacere dato, in cambio di esso.
Anzi facendone leva di consumo e,  dove  una volta il Principe aveva il diritto sulle donne, ora è il ricco che lo ha, riducendo al fatto puramente economico, per cui la felicità è una scelta ma anche l'infelicità lo è.  Dove l'attrazione della sessualità esteriore è l'elemento  predominante scatenate.  Le gioie della felicità diventano  gioielli, oggi più di largo consumo sostituiti  da un iPhone, o se hai fame di un boccone di pane. Cose da acquistare in cambio di una illusione momentanea di felicità di una sola parte del rapporto. Non siamo noi  a compiere   questa scelta , in ogni singolo momento delle nostre vite la nostra felicità dipende da quello che siamo, dalla nostra individualità, mentre per lo più della umanità non prende in considerazione soltanto il destino, vale a dire ciò che vorremmo per il nostro futuro. 
Dimentichiamo che reagiamo agli avvenimenti e che determiniamo il destino che vivremo come riflesso e risonanza delle nostre azioni. 
Scegliere di essere felici, nonostante tutto, è una scelta che ci necessita e le donne ne sono la maggior ragione. 
Se fosse un sistema operativo intelligente dovremmo riprogrammarlo e pensare che forse l'attrazione reciproca tra  donne e uomini necessita di una evoluzione dove, all'attrazione fisica si sostituisca l'attrazione interiore, l'attrazione delle nostre anime abbia la maggior rilevanza, dove la sensibilità, la dolcezza, l'unione sessuale, sia il congiungimento delle anime. 
Spogliarci di tutto e presentarci nudi l'un l'altro, nelle nostre brutture esteriori per dare valore a ciò che veramente siamo, nel nostro essere, dove età, stato sociale, potere, denaro, lasciano spazio alla naturale profonda sensibilità reciproca.

"Intanto è lei che manca in ogni momento, ogni attimo, ogni secondo, è lei il suo profumo, le sue labbra la sua anima e, non importa se è piccola grassa se non ha il colore della bellezza suggerita, se non è negli standard della bellezza imposta dalla moda, è lei nella sua semplicità della sua anima che desidero oltre ad ogni attimo, il cui ritardo angscia.".

Ma già sulla soglia della felicità appare il "gallo" con il suo "chicchirichi" a ricordare che il più bello, giovane forte del pollaio è lui, dimenticando il futuro in un carpe diem urlando a vivere ogni giorno con piacere una vita a sangue pieno in un futuro incerto e sconosciuto. 

Ritardare appare solo opportunismo, dimenticando il colore azzurro del futuro di cui il fregiarsi è solo un imbroglio una truffa.  Questo perché la frase è interpretata come un appello a vivere ogni giorno con piacere una vita a sangue pieno in un futuro incerto e sconosciuto.  

Questo è il non interpretare la frase carpe diem più simile a un'altra espressione alata: memento mori ("ricorda la morte"). Due espressioni alate che definiscono le visioni del mondo opposte: carpe diem, con la sua nozione di spensieratezza, che batte sul bordo della vita e memento mori con un approccio alla vita determinato dall'umiltà e dall'umana esistenza.
Possiamo domandarci se possa esistere un equilibrio tra carpe diem e momento mori, ma anche in questo caso avremmo due posizioni,  due zone ombra diverse antagoniste tra loro,  è ciò che è.
Pensare al futuro o fregarcene, pace o guerra, conflitto, o lealtà e mettere fine alla aggressività  oggi è così diffusa.  Questa è la scelta.


-mm-@live.it

p.s.:
Per la prima volta la frase carpe diem si trova in "Ode to Levkonoe" (collezione Ode, I.11)Orazio :
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibiNon chiedere, non puoi sapere che tipo di me, cosa vuoi
finem di dederint, Leuconoe, nca Babyloniosla fine fu ordinata dagli dei, i Levonos (Un nome personale di origine greca (da λευκός bianco, biondo), qui probabilmente dovrebbe essere un greco romano, impegnato nella predica.) , e non essere tentati dal babilonese
numeri temptari. Ut melius, quidquid erit, pati.numeri (Questo si riferisce alla popolare divinazione babilonese (caldea) sulle "tavolette" nell'antica Roma.) . Meglio tollerare tutto ciò che sarà.
Seu elemosina hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,Quanti inverni ha fatto Jupiter o l'ultimo,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mareche ora si rompe contro le rocce dell'acqua del mare
Tyrrhenum. Sapias, vina liques, et spatio breviTirreno? Siate saggi, il vino è gustoso e breve
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invidaspero di accorciare la speranza (Ie. la realtà della vita breve è un sogno lungimirante.) . Mentre parliamo, l'invidioso se ne va
aetas: carpe diem , quam minimum credula postero.Tempo: cogli l'attimo , credi il futuro il meno possibile.